giovedì 19 giugno 2008

Saint Jérôme dans l'incipit de la Divine Comédie

Les dantologues italiens ignorent généralement les interventions des philologues étrangers rédigées en d'autres langues : à l'instar des scribes du Moyen âge ils semblent se dire: graece (anglice, hispanice, germanice) scripta sunt non leguntur. Ce qui a souvent pour conséquence qu'ils sit venia verbo ne sont pas à la page et tournent en rond. J'en veux pour preuve l'incipit de la Divine Comédie. Les chercheurs italiens se transmettent inlassablement - et cela depuis des siècle – la trouvaille suivante qui n’en est pas une :

la source principale (l’hypotexte, l’hypo-logos) des tout premiers vers est – selon eux – le verset de Isaïe 38.10 :

ego dixi : in dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi

[je dis: au milieu des mes jours je dois aller aux portes de l’enfer]

Or, en 1933 le latiniste Arpad Steiner a cherché d’attirer l’attention des dantologues sur la véritable source principale de l'inciptit:

" So far as it has been possible to ascertain, however, none of the innumerable exegetes has chanced upon a paraphrase of Isaiah’s text by St. Jerome which comes closer to the wording of Dante’s first two lines than the scriptural passage itself [sc. Isaiah XXXVIII,10] The passage in question is found in Jerome’s Commentarius in Isaiam Prophetam , 38 [Migne, Patrologia Latina, XXIV, 407 B.]: In medio vitae cursu, et in errorum tenebris ducentur ad Tartarum. The much-interpretated nel mezzo del cammin di nostra vita appears to be a close transliteration of Jerome’s in medio vitae cursu, and the immediately following in errorum tenebris corresponds to the selva oscura of the second line."

Ignorant cet avertissement, les philologues italiens continuent de tourner en rond, comme le montre la petite anthologie suivante (soit dit en passant que le verset de
Isaïe est déjà cité par le propre fils et exégète de Dante Petrus Alighieri):

(1)Natalino Sapegno [ed. DC, Milano-Napoli 1957,p. 3]
Si osservi intanto che la formula, adoperata da Dante, per determinare il momento del suo smarrimento nella selva, non si esaurisce di certo in una esigenza di precisazione cronologica; bensì risponde a un proposito d’arte, in quanto conferisce all’apertura del racconto un’intonazione grandiosa e solenne, di sapore biblico (vgl.. Isai., 38.10: „Ego dixi : In dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi“) e per un altro verso implica una ragione morale ed allegorica, in quanto riassorbe la vicenda particolare del personaggio Dante e la proietta sullo sfondo del destino comune degli uomini („nostra vita“).

(2) Giovanni Getto [Il Canto I dell’Inferno, Firenze 1960,p.1]
Il verso con cui si apre l’inferno, e insieme la Divina Commedia, emerge da una memoria tutta percorsa da echi biblici e profetici. Il testo di Isaia, „Ego dixi in dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi“, direttamente citato [sic!] dalle parole di Dante...

(3)Mazzoni, Francesco [Saggio di un nuovo commento alla „Divina Commedia“, Firenze 1967,pp. 19-20]
Alla proposta cronologica dei primi commentatori riconduce d’altronde pienamente l’esame storico-culturale del testo. A segnare fin dall’inizio uno dei parametri più saldi della esperienza artistica e culturale confluita nella Commedia, e insieme a fissarne l’intonazione spirituale, Dante ne ha plasmato [sic!] il primo verso su di un modulo scritturale: Isai. 38,10: „Ego dixi: in dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi“, riscontro, vero e proprio prothema, ch’è come la chiave in terra del viaggio infernale...

(4)Edoardo Sanguinetti [Inferno I ...1998]
Vorrei suggerire [...] di ricuperare l’intera meraviglia che richiede a un lettore bennato la notizia, non solo non inedita, ma logora all’estremo, che la Commedia si apre con una citazione, traducendo, come ognuno sa, un passi di Isaia (38,10): « Ego dixi: in dimidio dierum mearum vadam ad portas inferi »...

Ajoutons un commentaire allemand plus récent encore:

(5)Dante Aligieri: Die göttliche Komödie, erläutert von Ferdinad Barth aufgrund der Übersetzung von Walter Naumann 2003, p.56)
"In der Mitte unserer Lebensbahn" - mit diesen ersten Worten der "Commedia" nimmt Dante biblische Formulierungen auf: "In der Mitte meiner Tage gehe ich zur Pforte der Hölle" [Jes. 38.10].

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